Affronto ingiustificato e imperdonabile alla comunità italo-canadese
Di Joe Volpe – Corriere Canadese – Avrei dovuto aggiungere la parola “deliberato” nel titolo. Solo le persone rozze, ignoranti, inette e incompetenti permetterebbero di molestare un ospite. O, peggio, di impedire al Primo Ministro ospitante di mostrare ospitalità canadese a una stimata dignitaria straniera, Giorgia Meloni, attuale presidente del gruppo G7. Ha la stessa origine etnica di 1,5 milioni di canadesi.
Si è trattato di una “offesa” e di un imbarazzo che avrebbe potuto e dovuto essere evitato.
Il mio è un resoconto in prima persona di osservazioni e valutazioni. Sono entrato nei locali prima che l’organizzazione dei militanti regredisse da essere un gruppo di fastidiosi a una folla decisamente ostile, sia per dimensioni che per aggressività. Uno dei miei figli, due dipendenti del Corriere Canadese e un membro del Comites (organizzazione eletta per rappresentare i cittadini italiani all’estero) non sono riusciti ad entrare, nonostante I loro invite, finché l’evento non è stato annullato. Non avrebbe mai dovuto arrivare a questo punto.
Le ultime cinque volte che ho visto il nostro Primo Ministro Trudeau viaggiare attraverso la GTA, era scortato da non meno di dieci (10) SUV neri, blindati, vetri oscurati – autista e agenti di di sicurezza inclusi in ciascuno. In una di quelle occasioni (un appuntamento a pranzo con il ministro Ahmed Hussein e alcuni donatori alla sua campagna elettorale) una squadra SWAT con cani antidroga lo ha preceduto per mettere in sicurezza il locale prima dell’arrivo dei SUV. Il punto è che “le autorità conoscono bene” i protocolli e le procedure elementari da seguire in tali casi.
Chissa’ forse ieri si trattava di una mera indicazione dell’importanza, minima, attribuita ai temi in questione, un indicatore del livello a cui fosse scesa il senso di sicurezza a Toronto o un desiderio di conseguenza di non dover agire “con molta cautela”. Ma il ministro del governo di Trudeau, Bill Blair, quando era capo della polizia a Toronto, nel 2010, è riuscito a spendere ogni centesimo del miliardo di dollari stanziato per la sicurezza nel G-20 che Toronto ospitava in quei tre giorni di giugno.
Questa volta l’ospite era il Primo Ministro italiano, Giorgia Meloni. Gli invitati sono stati preselezionati dai deputati liberali locali del Parlamento e/o approvati dall’Ufficio del Primo Ministro (PMO) prima che ricevessero un biglietto d’invito personalizzato e non trasferibile alla Reception, dopo le 10:00 del mattino per il “Meet and Greet” con la Meloni, via e-mail dal PMO.
Anche almeno due deputati conservatori regionali (MPP) dell’Ontario e come diversi esponenti riconoscibili dell’NDP devono aver ricevuto tali inviti. A loro piaccio, “ce l’hanno fatta” ad entrare, così come l’ex senatore Basile Giordano e famiglia da Montreal. Qualcuno deve aver dimenticato di invitare o avvisare il sindaco di Toronto Olivia Chow che la sua presenza sarebbe stata di rigore.
Non c’erano prove agli ingressi dell’AGO, quando sono arrivato, di alcuna presenza TPS (Servizi di Polizia di Toronto). Eppure, essi lavorano per lei, che si è appena assicurata un forte aumento delle tasse per migliorare la remunerazione dei servizi TPS. C’era una presenza significativa di RCMP e della sicurezza parlamentare all’interno del palazzo in cui avrebbe avuto luogo il ricevimento.
Secondo quanto riportato da Francesco Veronesi e Marzio Pelù sui nostri siti web www.corriere.com e www.cnmng.ca, c’era una presenza di personale di prevenzione e controllo antisommossa del TPS nel momento in cui il PMO ha dichiarato chiuso il fatidico evento. Abbiamo dovuto chiedere il permesso per utilizzare le uscite.
All’interno il discorso si è spostato da Italia/Meloni/G7 all’immagine vergognosa del Canada e della Citta’ torontina. In Italiano, una figuraccia! L’anno prossimo, il Canada ospiterà il prossimo vertice del G7, forse, se non si terrà a Toronto o se l’ufficio del Primo Ministro verrà cambiato
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Le tradizioni laziali alla ribalta
Grazie alla tenacia di alcune nostre associazioni, oggi le nostre tradizioni millenarie sono vie e vegeti. A queste persone dedite al mantenimento della nostra cultura, va l`applauso e il ringraziamento della Federazione Laziale dell`Ontario che con la propria presenza alimenta sempre di piu` l`interesse delle nostre associazioni
Ecco la ‘Roadmap’ di Meloni e Trudeau. “Però Justin dovrai parlare Italiano…”
TORONTO – Se non fosse stato per il finale non proprio felice – con il ricevimento saltato all’ultimo momento, come scriviamo in altri articoli su questo sito – , l’incontro fra la premier Giorgia Meloni ed il Primo Ministro Justin Trudeau sarebbe stato positivo o, almeno, di gran lunga migliore di quello che li vide “battibeccare” sui “diritti LGBT negati in Italia”, come aveva detto in quell’occasione (circa un anno fa) Trudeau ad una Meloni sbigottita.
Il faccia a faccia tra i due leader si è tenuto a Toronto, sabato mattina (nella foto sopra, la stretta di mano / www.governo.it).
“Sarò molto felice di averti in Puglia per il prossimo vertice dei G7 – ha detto la Meloni a Trudeau – : lì, potrai assaggiare anche un po’ di tradizioni italiane”. Poi ha proseguito: “Ci sono molti risultati della Presidenza giapponese dei G7 che porterò in quella italiana, come ad esempio l’intelligenza artificiale e il ruolo dell’Indo-Pacifico, ma anche il rispetto dell’ordine internazionale basato sulle regole, quindi il sostegno all’Ucraina, in questa difficilissima crisi in Medio Oriente, su cui dobbiamo anche parlare molto, evitando un’escalation del conflitto”. In particolare, l’intelligenza artificiale “è un argomento che condividiamo, perché è uno strumento, ma, come tutti, può essere cattivo o buono; dipende da come lo governiamo. Mi preoccupa inoltre l’impatto che l’intelligenza artificiale, se non la governiamo nel modo giusto, potrebbe avere, ad esempio, sul mercato del lavoro. Quindi, penso che sia una questione globale che dobbiamo discutere insieme. E so che siamo sulla stessa strada per quanto riguarda molti dei problemi che dobbiamo discutere in questi tempi di grande difficoltà in cui ci troviamo a governare i nostri Paesi”.
“A livello bilaterale – ha proserguito la premier italiana – sono molto contenta del lavoro che stiamo facendo, perché stiamo iniziando una nuova era delle nostre relazioni, cercando di rafforzare la nostra cooperazione. Penso che ci siano moltissimi temi su cui possiamo farlo, anche perché, come sai, qui c’è una comunità molto grande di italo-canadesi. Allora, al prossimo incontro internazionale, mi aspetto che parli anche un po’ in Italiano. Quindi aggiungiamo un’altra lingua, e ti posso aiutare con questo, se vuoi”. E dopo il “grazie!” (in Italiano) di Trudeau, la Meloni ha offerto la disponibilità italiana su tutti i fronti: ricerca, infrastrutture, intelligenza artificiale, transizione ambientale sostenibile.
Dopo l’incontro, i due leader hanno rilasciato un comunicato congiunto spiegando di avere concordato di “approfondire ulteriormente i nostri legami politici, economici e strategici” e di “elevare le nostre già eccellenti relazioni bilaterali impegnandoci a stabilire la tabella di marcia Canada-Italia per la cooperazione rafforzata. Questa tabella di marcia definirà piani ambiziosi e concreti per collaborare, nei prossimi 3-5 anni, in settori prioritari, tra cui la sicurezza energetica e il passaggio a un futuro energetico sostenibile, il cambiamento climatico e la biodiversità, la migrazione, la crescita economica sostenibile e la ricerca e innovazione, anche in materia di intelligenza artificiale. Attraverso legami più stretti e un allineamento strategico, questa tabella di marcia congiunta getterà le basi per una partnership rinnovata e più energica che contribuirà alla prosperità sia del Canada che dell’Italia e ci aiuterà a lavorare insieme per portare avanti obiettivi condivisi sulla scena globale. Siamo ansiosi di esaminare i progressi sullo sviluppo della ‘roadmap’ nel nostro prossimo incontro in Italia a giugno…”.
Tante belle parole, dunque, come sempre: vedremo se è solo fuffa o se ci saranno risultati concreti.
Il giorno prima, venerdì, sempre nell’ambito delle missioni di presentazione delle priorità della Presidenza italiana del G7 per il 2024, la premier Giorgia Meloni ha avuto a Washington un incontro bilaterale con il Presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, che ha accolto affettuosamente la leader italiana, dandole un bacio in fronte, in stile perfetto stile da “nonno Joe” (nella foto qui sotto, da www.governo.it).
L’incontro ha permesso di fare un punto sullo stato delle relazioni bilaterali tra le due Nazioni, nel solco della dichiarazione congiunta dello scorso luglio. La discussione ha messo in luce gli approcci condivisi alle più pressanti sfide globali.
“Sono lieta di essere qui oggi in qualità di Presidente del G7, e non vedo l’ora, Joe, di ospitarti in Puglia il prossimo giugno per il vertice dei leader. Sto lavorando – ha detto la Meloni a Biden – a un vertice G7 concreto e sostanziale. Intendiamo innanzitutto riaffermare l’ordine internazionale basato sulle regole, difendendo la libertà e costruendo la pace per l’Ucraina. E, nel farlo, penso che dobbiamo affrontare la narrazione che vuole ‘l’Occidente contro il resto del mondo’. Dunque, il nostro dialogo con il Sud globale all’interno del G7 è essenziale. La crisi in Medio Oriente è estremamente preoccupante. Dobbiamo coordinare le nostre azioni per evitare un’escalation e, a tale riguardo, sosteniamo pienamente gli sforzi di mediazione degli Stati Uniti. La crisi umanitaria è la nostra priorità numero uno. È su questo che l’Italia sta concentrando il suo contributo. Intanto stiamo collaborando con tutti gli attori regionali che devono far parte di qualsiasi esito futuro. Dobbiamo lavorare insieme su passi concreti per garantire la prospettiva dei due Stati, che è l’unica soluzione sostenibile a lungo termine. E poi, gli attacchi degli Houthi alle navi commerciali che mettono in pericolo la libertà di navigazione nel Mar Rosso sono inaccettabili. L’operazione navale dell’Ue “Aspides”, che, come sapete, è sotto il comando tattico italiano, è una risposta importante alle interruzioni del transito nel Mar Rosso. Poi, sulla base del ruolo dell’Italia nel Mediterraneo, il G7 presterà particolare attenzione anche al continente africano. Ne abbiamo discusso molte volte, perché credo che dobbiamo ricordare che l’Africa non è un continente povero; è, invece, incredibilmente ricca di risorse umane e materiali, ma è stata a lungo trascurata e sfruttata con un approccio predatorio. Insieme a voi voglio invertire questo approccio, che è anche una causa principale della crisi migratoria. Dobbiamo sostenere lo sviluppo dell’Africa su base paritaria e porre fine alla migrazione illegale, combattendo il traffico di esseri umani. La tratta di esseri umani è diventata il crimine più remunerativo a livello globale, e non possiamo più accettarlo. Per questo motivo, sono venuta qui oggi anche con una proposta di lanciare un’alleanza globale contro i trafficanti di esseri umani”.
Poi, un accenno all’intelligenza artificiale e, infine, la volontà di rafforzare la cooperazione strategica con gli Usa. “Le nostre relazioni sono arricchite dalla presenza di oltre 20 milioni di italo-americani. Durante il nostro ultimo incontro qui a Washington, avevamo detto che volevamo migliorare la nostra cooperazione bilaterale e il nostro commercio, e lo abbiamo fatto, perché nel 2023 il nostro commercio bilaterale ha raggiunto la cifra più alta di sempre, con 102 miliardi di dollari di scambio. Quindi, credo che abbiamo fatto un buon lavoro, ma credo anche che possiamo fare ancora meglio e spero che questo sarà il nostro obiettivo comune per quest’anno”.
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